Lo scopo della fotografia è quello di riuscire a cogliere l’attimo – ovvero l’apice di un’azione – congelandolo in una frazione di secondo. La fotografia che più visibilmente rappresenta tale scopo è sicuramente quella di soggetti in rapido movimento. Questo è il lavoro dei fotografi sportivi e dei reporter, ma anche di coloro che si occupano di fotografia pubblicitaria.

Nello still life pubblicitario, e particolarmente in quello del food photography, viene spesso e volentieri richiesto di scattare ambientazioni dinamiche in cui sono presenti  liquidi e fumi.
Tale fotografia è tanto affascinante quanto complessa in quanto si richiede di scattare delle vere e proprie sculture in movimento non dimenticando di presentare al meglio il prodotto e mantenerne la sua autenticità.

Per quanto concerne lo scatto di liquidi, questo potrà essere realizzato in due modi:  mettendo in scena la situazione reale o facendosi realizzare – da un mastro vetraio di Murano – un mock-up del liquido e dei suoi schizzi.

Per realizzare il nostro scatto – durante una lezione del nostro corso di Still Life – abbiamo scelto la prima soluzione, decidendo di utilizzare dei flash da studio elettronici, poiché permettono tempi molto più rapidi di quelli dell’otturatore delle fotocamere. Il loro utilizzo ha però comportato la regolazione del flash alla minima potenza in quanto il tempo del lampo è tanto più veloce quanto minore è la sua intensità.
Dovendo disporre di un’adeguata profondità di campo, è stato poi necessario far scattare contemporaneamente vari punti luce in perfetta sincronia.

Per effettuare questo scatto è stato necessario ricopre accuratamente set e attrezzature con pellicola trasparente.
Poiché il lancio di cubetti veri avrebbe potuto scheggiare il bicchiere colpendone il bordo è stato utilizzato del ghiaccio artificiale specifico per riprese fotografiche in silicone trasparente. Il bicchiere, inoltre, è stato incollato alla lastra di plexiglas evitandone così la caduta durante i lanci del ghiaccio.

Per riuscire a premere il pulsante di scatto nella frazione di secondo giusta, la prontezza di riflessiè stata indispensabile.
risultati sono poi stati molto diversi a seconda che il lancio avvenisse in asse o inclinato e dipendeva anche dalla velocità del ghiaccio stesso, dalla quantità di liquido contenuta dal bicchiere e dall’altezza del tiro.
Ad ogni tentativo mancato, occorreva ripulire il set, rabboccare il liquido nel bicchiere e selezionare nuovi cubetti di ghiaccio.

Per arrivare ai due scatti che cercavamo sono stati necessari una quarantina di tentativi oltre che sporcare di rosso tanti vestiti. Tutto ciò è però servito anche ad apprendere le insolite geometrie che un corpo solido può creare tuffandosi in un liquido.

La fotocamera che abbiamo utilizzato è una medio formato Hasselblad  555ELD dotata di dorso digitale Hasselblad CFV 50 II  e ottica Zeiss Macro 135mm.
Può essere comunque utilizzata una qualunque reflex digitale purché si posseggano vari flash, un telo di plastica translucido come sfondo e molta pazienza per poi ripulire il tutto.

Questo articolo si può trovare sul blog di National Geographic Italia